Oggi è uno di quei giorni in cui vedo il momento della mia redenzione quanto più lontano possibile. In cui il mio Modus Vivendi (leggete pure pippe mentali) mi opprime davvero molto. In cui la realtà, anzi le realtà, di ogni cosa mi opprimono e mi portano, inesorabilmente, nel remoto angolo del cervello in cui vive, milita e regna il mio Pessimismo più nero.
Odio stare ferma, immersa in un limbo infinito, senza cognizione di quando e se ne verrò fuori. Bloccata nelle sabbie mobili moderne che, per quel che mi riguarda, sino ad oggi hanno solo DEVASTATO ogni mia minima parte di ottimismo e speranza. Sono quei così detti “tempi tecnici”, “modi tecnici”, “piccoli passi” che mi fanno davvero uscire di senno.
Se io non fossi una persona da piccoli passi? Se preferissi un grande balzo, che sarà anche più pericoloso, ma mi rende libera? Se avessi il bisogno di lasciarmi trasportare dalle mie dirompenti passioni in maniera travolgente? Sono destinata all’infelicità moderna?
Sara che, da tempo immemore, soffro di autodiagnosticato ” Pessimismo della Domenica”. Molto in stile Leopardi nel periodo più nero, in cui Silvia non se lo cacava. Ma nemmeno di striscio proprio! E allora giù, gobba sul computer ahem.. gobbo sul foglio, scriveva di quanto fosse vana la gioia, inesistente perché data dall’attesa di essa aka “Il sabato del villaggio”. Giacomi’, in amicizia, io ti comprendo più che mai.
Ad oggi mi accontento di vivere di piccole gioie vane date, in parte, dall’attesa di Questo FUTURO per cui ogni giorno preparo solide basi di cristallo e, per larga parte, dalla mia malsana mente, che é fermamente convinta di volersi accanire nel vedere ogni nullitá positivamente. Masochista.
Respiro. Respiro. Il peggio é passato, posso tornare a whatsappare con Giacomo che mi racconta che Silvia proprio non gliela da. Ah, tempi moderni, non vi comprendo!